L’Osteopatia è una medicina manuale non convenzionale che considera l’essere umano come l’unità di corpo, mente e spirito, riconosciuta nel 2002 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Partendo dalla valutazione della postura e attraverso la palpazione manuale è possibile individuare gli eventuali disturbi su cui intervenire attraverso tecniche manuali in grado di correggere i disequilibri e ripristinare le condizioni fisiologiche del movimento e della salute. Ogni singola parte del corpo è infatti in grado di interagire con l’insieme attraverso il movimento, indice della qualità della vita e della salute.
Attraverso la manipolazione dei tessuti, l’osteopata è in grado di innescare i processi di autoguarigione di cui è naturalmente dotato l’organismo.
L’osteopatia è complementare alla medicina convenzionale e ad altre professioni sanitarie, come la fisioterapia e si basa su studi di anatomia, fisiologia, biologia, kinesiologia.
Il suo valore terapeutico, oltre ad essere testimoniato dagli stessi pazienti (circa l’8% della popolazione ricorre all’osteopatia secondo i dati Istat 2012), è dimostrato dalle evidenze emerse dalla ricerca scientifica.
– Disturbi del sistema muscolo-scheletrico: cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, dolori vertebrali, articolari, costali e intercostali, dolori da traumi sportivi o incidenti, ernie discali, colpi di frusta, dolori artritici, tendiniti, contratture, scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, artrosi, problemi posturali.
– Disturbi del sistema digestivo: acidità gastrica, ernia iatale, colite, stipsi.
– Disturbi del sistema genito-urinario: cistiti ricorrenti, incontinenza urinaria, sindrome post-partum, dolori mestruali, disturbi legati alla gravidanza.
– Disturbi del sistema neurologico e neurovegetativo: cefalea, emicrania, parestesie agli arti (es.formicolio alle mani), irritabilità, disturbi del sonno, dell’equilibrio, nevralgie, sindrome del tunnel carpale.
– Disturbi del sistema circolatorio: problemi circolatori agli arti, congestioni venose o linfatiche.
– Disturbi in ambito otorinolaringoiatrico: rinite, sinusite, vertigini, problemi di deglutizione, otite.
Possono beneficiare del trattamento osteopatico anche cicatrici e aderenze di interventi passati.
Approccio strutturale: la diagnosi strutturale è volta alla valutazione del sistema muscolo-scheletrico con l’obiettivo di individuare una o più disfunzioni. Le tecniche per ridurre le disfunzioni possono essere articolatorie, sui tessuti molli, ad alta velocità e bassa ampiezza, tecniche di riduzione delle afferenze.
Approccio fasciale: la fascia è una struttura ubiquitaria, dotata di funzioni neurologiche importantissime che avvolge e connette tutto l’organismo. E’ suddivisa in tre strati, superficiale, medio e profondo e con abilità e tecniche adeguate si può indurne il rilasciamento ove necessario.
Approccio viscerale: valuta la connessione dei visceri con la struttura e i rapporti tra i visceri stessi e si prefigge di ripristinarne il corretto movimento reciproco.
Approccio cranio-sacrale: questo tipo di approccio si basa sulla connessione anatomica tra cranio ed osso sacro attraverso le meningi che rivestono il cervello ed il midollo spinale. Poiché le ossa del cranio sono articolate tra loro, allenando una sensibilità molto fine e cosciente se ne può percepire la mobilità; il movimento deve essere ritmico su tutte le parti del cranio per essere segno di vitalità e salute. Questo ritmo si può alterare per esempio in seguito a un trauma ed è obiettivo dell’osteopata ripristinare un buon ritmo vitale. L’approccio cranio-sacrale è parte integrante della diagnosi e terapia osteopatica
L’osteopatia fu fondata da Andrew Taylor Still (1828-1917) che, mediante un percorso di crescita professionale e di studi sperimentali come il Magnetismo e il Mesmerismo, propose un modello diverso di trattamento e diagnosi, mediato principalmente dal sistema muscolo scheletrico riconoscendo inoltre l’importanza del sangue nelle funzioni e disfunzioni umane.
I principi basilari codificati da Still non sono mai stati superati né smentiti ed egli può essere definito pertanto “il padre dell’Osteopatia”.
Still aveva cominciato ad interessarsi di medicina assistendo il padre che la praticava presso gli Indiani del Kansas. A quei tempi, la formazione in medicina non era regolata da alcuna legge ed egli approfondiva la sua conoscenza attraverso la lettura e la pratica quotidiana.
Dopo la guerra di Secessione, lavorò per un periodo come Assistente chirurgo in ospedale. All’epoca morivano più persone per le infezioni e le condizioni igieniche scadenti che per la guerra. Egli stesso perse tre figli per meningite cerebro-spinale. Ciò lo portò a riflettere sempre di più sull’essenza delle malattie e sulla medicina e cominciò a ritenere che le risorse di difesa e guarigione fossero già dentro di noi: si trattava di riuscire ad individuarle e stimolarle nel modo corretto.
Nel 1874 era giunto ad un livello di conoscenza strutturale anatomica non usuale per quei tempi, approfondendo anche le funzioni e le relazioni reciproche tra le varie strutture (gli fu molto utile, a tale riguardo, lo studio anatomico sulle spoglie degli Indiani). Conosceva bene la meccanica e l’applicava alla macchina umana: nella sua personale visione l’alterazione della struttura meccanica di tale macchina era da considerarsi all’origine della malattia.
Durante una epidemia di dissenteria, osservò che i pazienti presentavano una zona lombare dolorosa e calda, mentre la zona addominale era fredda; alcune zone, poi, erano irrigidite e bloccavano i flussi nervosi ed ematici verso l’intestino. Ritenne così che, restituendo mobilità alle zone ipomobili (applicando pressioni e mobilizzazioni articolari), la malattia potesse essere vinta e in questo modo riuscì a guarire 17 casi di dissenteria.
Il 22 giugno 1874 quindi rompe definitivamente con la medicina tradizionale ed espone le sue teorie e risultati, stabilendo i principi generali del’arte osteopatica e dedicandosi esclusivamente al trattamento manuale.
Nel 1875 apre il suo primo studio a Kirksville (Missouri), con grande successo.
Nel 1892 fonda l’American School of Osteopathy a Kirksville (attualmente denominata A.T. Still University of Health Sciences, ATSU) e proprio in quella sede formula una definizione di osteopatia: “L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l’espressione stessa della vita.” Muore nel 1917, ad 87 anni.
Fu durante la presidenza di Theodore Roosevelt, testimone diretto della valenza curativa dei trattamenti osteopatici, che l’osteopatia fu ufficialmente riconosciuta negli USA.
Tra il 1892 e il 1900 l’osteopatia si diffonde nel Sud degli Stati Uniti incontrando una violenta opposizione da parte della classe medica ufficiale. Viene riconosciuto comunque il diritto di esercizio dell’osteopatia come professione paramedica.
A partire dal 1901 l’osteopatia riceve un sostegno rinomato nella persona di Mark Twain, incurante delle critiche pubbliche, sostegno rinforzato a seguito della guarigione di sua figlia da crisi di epilessia e dal trattamento efficace delle proprie bronchiti croniche. Egli considerava che l’opposizione delle facoltà di medicina nei riguardi dell’osteopatia nascesse essenzialmente da un desiderio di monopolizzare l’esercizio delle terapie di cura.
Il primo stato a legittimare l’osteopatia fu il Vermont nel 1896. Ci vorranno quasi 100 anni per arrivare all’ultimo Stato, la California che nel 1974 riconosca lo stesso diritto.
William Garner Sutherland (1873 – 1954), studente a Kirksville, nel 1929 presenta il concetto di osteopatia craniale, definendo una svolta importantissima nella storia dell’osteopatia.
Studiando ed osservando il cranio, Sutherland si accorge della mobilità reciproca delle ossa craniche e dell’esistenza di un collegamento funzionale con l’osso sacro attraverso la meninge esterna.
“Le ossa del cranio si articolano come le ruote dentate di un orologio: se un osso si muove fa muovere tutte le altre ossa”
Questa osservazione rivoluzionaria avvia lo studio del Sistema cranio sacrale, ovvero dell’insieme di elementi anatomici che costituiscono il sistema nervoso centrale e la loro speciale funzionalità.
Nessun’altra disciplina terapeutica prende in considerazione questo aspetto che è invece di importanza capitale per l’acquisizione e il mantenimento della salute: nell’approccio osteopatico l’attenzione alla dinamica del sistema cranio sacrale è una caratteristica fondamentale.
Sutherland pubblica i risultati delle sue ricerche nel 1944 nel libro “The Cranial Bowl”.
Osteopati successivi, soprattutto allievi di Sutherland, hanno potuto fornire ulteriori contributi allo studio del sistema cranio sacrale: citiamo ad esempio Harold Magoun, Viola Frymann, John Upledger, Rollin Becker, Franklyn Sills e altri.
In particolare:
Harold Magoun, allievo di Sutherland, è autore di un importante sunto sulla dinamica del cranio,pubblicato nel 1951 dal titolo “Osteopathy in the cranial field “(pubblicato in italiano col titolo “Osteopatia in ambito craniale”).
Magoun descrive i movimenti fisiologici compiuti dalle singole ossa craniche e le modalità con le quali le ossa craniche, oltre ad ospitare e proteggere il nostro cervello, facilitano il flusso dei fluidi nel nostro corpo e sostengono indirettamente la nostra capacità di comunicare. Il lavoro craniale libera i nostri pensieri, il nostro essere più intimo e ci permette di condividere una vita più consapevole.
Viola Frymann (1921-2016), osteopata americana conosciuta per la pratica osteopatica sacrale in ambito pediatrico. A seguito di un ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti ottiene il diritto di creare il Collegio di Medicina Osteopatica del Pacifico a Pomona. Negli anni 60, a seguito di un periodo di acceso dibattito negli Stati Uniti sulle competenze professionali degli osteopati e sul’efficacia dei trattamenti, si fa promotrice della pratica in Europa e, successivamente, negli anni 90, in Russia. Tra il 1992 ed il 2000 ha delle disavventure legali connesse con l’esercizio della professione; in Francia fu Professore emerito presso il Centro di Osteopatia ATMAN (Associazione per le Terapie Manuali Antiche e Moderne).
L’inglese John Martin Littlejohn soggiorna a lungo a Chicago ed è allievo di Still. Nel 1917 fonda a Londra la Scuola Britannica di Osteopatia che rimarrà l’unica scuola inglese fino alla nascita dell’Istituto Osteopatico di tecniche applicate a Maidstone, creato da John Werhnam, autodefinitosi allievo di John Martin Littlejohn.
Sotto la direzione di Paul Geny, aiutato dall’osteopata inglese Thomas G. Dummer, nel 1957, nasce la Scuola francese di osteopatia che fornisce insegnamento privato per medici e kinesiologi, incontrando l’opposizione del Consiglio dell’Ordine dei Medici francese che obbligherà la scuola francese di osteopatia ad emigrare in Inghilterra dove, nel 1960, diviene Scuola europea di osteopatia di Maidstone e fornisce un diploma non riconosciuto. Oggi la scuola ed i suoi diplomi hanno ottenuto pieno riconoscimento.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel 2002, riconosce che l’osteopatia partecipa al mantenimento della salute e la inserisce tra le Medicine Non Convenzionali, avviando politiche nazionali volte ad integrare le medicine non convenzionali nel sistema sanitario.
L’osteopatia così è stata regolarmente riconosciuta in Inghilterra, Belgio, Francia, Finlandia, Svizzera, USA, Canada, Australia, mentre in molti paesi è in fase di regolamentazione.
In Italia, ad oggi, non c’è ancora un riconoscimento sanitario della professione osteopatica.
Questo non significa in alcun modo che in Italia sia illegale esercitare la professione di Osteopata; l’osteopata infatti può svolgere la propria attività come libero professionista
Lo Statuto delle professioni non regolamentate è entrato in vigore il 10 febbraio 2013, e in maniera definitiva, poi, con la legge n. 4 del 14 gennaio 2013.
Le nuove norme definiscono “professione non organizzata in ordini o collegi” l’attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’’art. 2229 c.c., e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.
Si introduce il principio del libero esercizio della professione fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica del professionista.
I professionisti possono quindi costituire associazioni professionali (con natura privatistica, fondate su base volontaria e senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva) con il fine di valorizzare le competenze degli associati, diffondere tra essi il rispetto di regole deontologiche, favorendo la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza.